Ciao Luigi... che strano scrivere così... oggi avresti 74 anni, sarebbe poco educato rivolgermi a te in questo modo, forse sarebbe più giusto... buona sera signor Luigi, ma allo stesso tempo sarebbe troppo formale, conoscendoti... ti incavoleresti e magari mi regaleresti una trombetta... ( ...che matto... ma io allora avrei fatto la stessa cosa...)... no, lo so che non lo faresti, sei troppo un gentiluomo per farlo.
Tu hai sempre fatto parte della
mia vita, da piccola eri per me “il ragazzo del disco”, non sapevo leggere e
forse neanche il tuo nome, eppure la prima cosa che facevo ogni volta che
andavo a casa di nonno, era tirare fuori il suo vecchio giradischi e mettere su
la canzone “del mio ragazzo del disco”... se chiudo un attimo gli occhi mi
sembra di rivedermi, rannicchiata sotto il mobile della televisione, accanto
alla finestra, frugare tra la montagna di dischi che aveva fino a trovare il
mio... il cuore che batteva a mille, l’emozione di tirarlo fuori senza
strappare la copertina e poi... il fruscio della puntina sul disco e via...
“Mi sono innamorato
di te
perché
non avevo niente da
fare...”
Mamma mia... quante te ne hanno
detto per queste parole... eppure sono la semplice e pura verità, chi nella
vita non si è mai innamorato una volta perché in quel momento non aveva nulla
da fare?
Io sì, ma questa è un’altra
storia, e tu la conosci bene amico mio, poco importa se diranno di me che sono
senza cuore o peggio ancora una stronza...
Non oso definirmi una
“tenchiana”, principalmente perché tu lo sai, non mi piacciono le etichette,
gli obblighi di essere o di fare parte di, io amo la libertà, amo la musica,
quella buona,e la poesia, cose, che ho sempre ritrovato in ogni tua canzone, perché
in ognuna di esse c’è dentro anche una piccola parte di me.
Ho pensato tante volte a come
avrei potuto dirti grazie per tutte le emozioni che mi hai regalato da quando
faccio parte di questo mondo, a volte mi capita anche di pensare a quelle che
proverò quando verrò nel tuo, quando potrò raggiungere la tua “Verde isola,
fatta di soli amici...”
Un ritratto? E’ la cosa che so
fare meglio, ma sarebbe troppo banale...una canzone? No, io non so cantare...
Una musica?...No, le mie mani non riescono più a sfiorare i tasti di un
pianoforte... Una poesia? No, io non ho la tua anima, io sono solo
“un’acchiappa nuvole”...
Mi fermo a guardare una tua foto
e ad un tratto i miei occhi si illuminano... (non gongolare...non sto dicendo
che sei bello... sei un tipo... e poi non ti darei mai la soddisfazione di
dirtelo...)
Ecco qui... una scatola, qualche
foto, un po’ di scarti, come li chiamo io, e le mie mani, che seppur malandate,
non si fermano neppure un attimo...
Non che io pensi di poter
rinchiudere la tua arte, il tuo carisma, la tua timidezza, o più semplicemente
la tua grande anima, in una scatola, no, questo è impossibile, neppure chi ti
ha costretto in quella grande cassa di legno dove ora riposa il tuo corpo ci è
riuscito e ci riuscirà mai, perché non credo e non crederò mai che “ il mio
ragazzo del disco”, il ragazzo con gli occhi tristi più belli e più dolci del
mondo abbia potuto fare una cosa simile, mai.
Sono convinta che un giorno
qualcuno farà giustizia e toglierà quella macchia assurda che pesa su di te
come un macigno, Vedrai Luigi,
“Vedrai che cambierà
Forse non sarà domani
ma un bel giorno
cambierà...”
Ho solo voluto creare un piccolo
rifugio dove custodire tutti i miei ricordi più belli, le belle cose che hai
fatto, i tuoi momenti felici e la tua grande passione. E’ solo una scatola,
dirà qualcuno, ma forse un giorno qualcun altro la troverà, qualcuno che magari non ti conosce
e avrà voglia di farlo, si metterà su google (...non è una parolaccia...) e
scoprirà il tuo regno...
Ebbene amico mio, se così sarà,
anche solo per quel qualcun altro, saprò che ne è valsa la pena, e che ho fatto
un buon lavoro.
In questa scatola ho messo le tue
foto, quelle che secondo me disegnano la tua storia, la prima è quella che più
amo... hai capito vero?
Dentro nell’ordine troverai una
chitarra, la tua, che tanto amavi...assieme ad altre foto con tutti gli
strumenti che sapevi suonare...
I tuoi dischi, quelli più
belli... almeno per me... assieme al piccolo giradischi con cui un giorno una
bambina ascoltava il suo ragazzo del disco...
Un leggio e qualche spartito, con
la musica più bella che hai composto, accompagnandoti al piano, e sullo sfondo
una foto di quell’aria triste che anch’io ho amato tanto...
E per finire alcune foto dei tuoi
momenti più belli, quelli in cui anche tu sognavi di diventare qualcuno, e
l’ultima, quella dell’ultimo sorriso che ti hanno permesso di lasciare,uno
spartito bianco come segno del vuoto che hai lasciato e di quella melodia che
non potrai più scrivere, ed una lettera, questa che io oggi ti ho scritto e che
tu, amico mio, non potrai mai leggere.
CIAO
LUIGI,
CIAO