Voglio chiedere scusa a tutti voi per la mia assenza e la mancata partecipazione ai vostri blog.
La morte di Marco mi ha sconvolta.
Non lo conoscevo personalmente e non posso neanche dire di essere la sua più accanita fan, di quelle, per intenderci, che lo seguono ovunque e che attaccano le foto nella loro camera, no, non ne ho più l’età.
Aveva, anzi, ha e avrà sempre, un sorriso stupendo, di quelli che ti illuminano l’anima, ed una simpatia che ti strappava il sorriso anche quando non avevi affatto voglia di sorridere.
Ed è stato proprio quel sorriso che mi ha fatto rivivere un sogno, un sogno che si era spezzato 17 anni fa.
E’ stata davvero una settimana difficile per me, le immagini di quell’incidente hanno riportato la mia mente indietro nel tempo, facendo riemergere dei ricordi mai cancellati, perché impossibili da cancellare, riaprendo una ferita che non si è mai chiusa del tutto e che forse mai si chiuderà.
E’ per questo motivo che ho preferito stare lontana da tv, internet, e un po’ anche dal mondo, rifugiandomi nei miei ricordi, in quelli più belli, e tenendo mente, cuore e mani, impegnate in mille piccoli modi.
Questo post però non avrà foto.
Nulla di tutto quello che ho creato è degno di seguire l’immagine di quel sorriso, perché non c’è foto, in questo momento, più bella di quel sorriso, almeno per me.
Capisco e comprendo il dolore della famiglia e della fidanzata, perché è un dolore che ho vissuto e che conosco.
Voglio per questo immaginare Marco sul podio più alto, dove c’è un solo numero, un unico immenso gradino per tutti, dove non importa se sei un campione o un principiante, e non ci sono vincitori ne vinti.
Voglio immaginare Marco in un posto speciale, dove tutti sono uguali, stretti in un unico immenso abbraccio, dove non esistono incidenti o malattie, dove non esistono eroi e comuni mortali, dove non esistono le guerre e la follia umana, dove non esistono moto che possono travolgerti, e dove non ci sono muri a coprire il tramonto.
Chiedo ancora una volta scusa a tutti i lettori di questo blog, creare uno stacco, una pausa, tra il post precedente, troppo doloroso, ed i prossimi meno impegnativi e senza tante pretese era doveroso, e soprattutto sentivo il bisogno di dire un’ultima volta “ GRAZIE MARCO”.
MelyG